CULTURA SCIENTIFICA

L’anatomia: il contributo di Antonio Scarpa Maria Carla Garbarino

La riforma dell’Università di Pavia avviata negli anni settanta del Settecento da Maria Teresa d’Austria e portata avanti dal figlio e successore, l’imperatore Giuseppe II, dava grande importanza allo studio delle discipline mediche. Il Piano scientifico del 1773, definendo i principi su cui si sarebbero basati gli insegnamenti delle varie Facoltà, sottolineava come la medicina avesse il compito di custodire «il principale de’ Beni, la salute». Si prevedeva che l’insegnamento delle materie potesse contare sulla presenza di collezioni didattiche e su lezioni anche di tipo sperimentale. L’anatomia doveva prevedere una sistematica descrizione delle varie parti del corpo umano, condotta su cadavere. Questo tipo di studio poteva essere condotto però soltanto nei mesi più freddi, gli unici nei quali era consigliabile effettuare autopsie. Tuttavia, l’utilizzo di vari sistemi di conservazione (a secco e in liquido), unito a tecniche di iniezione permetteva di realizzare collezioni di preparati anatomici utili alla formazione degli studenti in ogni periodo dell’anno. Giacomo Rezia, che dal 1772 era stato incaricato dell’insegnamento dell’anatomia, aveva avviato la costituzione di un Gabinetto anatomico utile a tale scopo. La cattedra di anatomia e istituzioni chirurgiche, insieme alla direzione del Gabinetto anatomico, fu poi affidata, nel 1783, a Antonio Scarpa che arricchì la collezione con preparati naturali e bellissimi modelli in cera, rendendo famoso in Europa il Gabinetto dell’Università di Pavia. Seguì inoltre la costruzione di un nuovo teatro anatomico (l’attuale aula Scarpa).
Scarpa fu un osservatore finissimo, autore di scoperte sulla struttura dell’orecchio e sul sistema nervoso periferico (con la descrizione del nervo acustico e del nervo olfattivo). Di particolare valore furono le sue Tabulae neurologicae ad illustrandam historiam anatomicam cardiacorum nervorum, noni nervorum cerebri, glossopharyngaei, et pharyngaei ex octavo cerebri (Pavia, 1794 ), un volume in folio nel quale descrisse il decorso del nervo glossofaringeo, del nervo vago e dell’ipoglosso, e l’innervazione del cuore, illustrati da splendide tavole calcografiche realizzate a partire da disegni tracciati dallo stesso Scarpa.
Durante la sua lunga carriera accademica, l’anatomista seppe guadagnarsi una posizione di grande potere, fu più volte rettore dell’Università (tra il 1797 e il 1807), oltre che preside della Facoltà di medicina, e fu capace di destreggiarsi attraverso i drammatici cambiamenti politici che toccarono Pavia e il suo Ateneo tra la fine del XVIII e i primi trent’anni del XIX secolo. Influenzò per un quarantennio l’attribuzione delle cattedre mediche, facendole assegnare agli allievi che più stimava: tra questi vanno ricordati Bartolomeo Panizza, Carlo Cairoli e Luigi Porta.

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