CULTURA SCIENTIFICA

Scienziati e naturalisti milanesi tra ricerca, viaggi e applicazione tecnica Agnese Visconti

A differenza che nelle grandi capitali europee, dove la figura dello scienziato come funzionario attivo in un’istituzione pubblica al servizio dello Stato iniziò a prendere corpo fin dalla seconda metà del Seicento, nello Stato di Milano tale figura si delineò pienamente solo a partire dagli anni Sessanta del Settecento, quando l’attenzione dell’imperatrice Maria Teresa si appuntò su due poli distinti: Pavia, sede dell’antica Università, e Milano, capitale dello Stato.
In entrambe le città le riforme, compiute secondo i principi dell’assolutismo illuminato, investirono tutto il campo dell’insegnamento in vista dello sviluppo dello studio scientifico sperimentale e della conseguente fondazione di istituzioni adeguate, nonché dello smantellamento dei poteri e dei privilegi della nobiltà e del clero e dei poteri intermedi delle antiche Magistrature, attraverso il trasferimento della gestione della materia scolastica al potere centrale. Se, a partire da queste riforme, l’Università di Pavia divenne nota in tutta Europa nel giro di pochi decenni per l’alto livello degli scienziati che vi insegnavano e per il valido contributo offerto allo sviluppo delle scienze, diversa e più variegata fu la situazione milanese dove gli scienziati svolsero la loro attività in più di un’istituzione. In primo luogo nel Palazzo di Brera (Complesso ex-gesuitico) la cui avocazione allo Stato a seguito della soppressione della Compagnia di Gesù, avvenuta il 21 luglio 1773 con il breve apostolico Dominus ac Redemptor di papa Clemente XIV, rese possibile l’avvio delle riforme suddette. Già nel 1774 vi vennero trasferite dal Palazzo del Broletto le antiche Scuole Palatine, fondate a Milano nel XV secolo, che assunsero in quello stesso anno il nome di I.R. Ginnasio di Brera, equiparato all’Università di Pavia; le materie di insegnamento furono ampliate con l’istituzione di nuove cattedre: tra esse principalmente quelle di Eloquenza, Matematica, Fisica, Botanica ed Economia politica. Vi insegnarono, tra gli altri, Giuseppe Parini, Paolo Frisi, Marsilio Landriani, Cesare Beccaria, Alfonso Longo e Fulgenzio Vitman.
Nel Palazzo fu potenziato l’Osservatorio astronomico, fondato nel 1764 come istituzione ecclesiastica alla cui direzione era stato posto in quello stesso anno il padre Ruggero Boscovich. Nel 1775 vi fu chiamato Barnaba Oriani che poco dopo ne divenne direttore. Sotto di lui l’Osservatorio si configurò come la più importante istituzione astronomica della penisola italiana, dove si formarono i migliori scienziati che poi erano assunti in altri istituti. Durante la dominazione francese, la politica austriaca di sostegno all’Osservatorio fu continuata da Napoleone.
Di notevole interesse scientifico-tecnico-economico fu l’attività della Società Patriottica per l’avanzamento dell’agricoltura, delle arti e delle manifatture, istituita per volere di Maria Teresa all’interno del Palazzo di Brera nel 1776. Di essa fu a lungo segretario il naturalista Carlo Amoretti e tra i suoi soci si contarono il viaggiatore-naturalista Luigi Castiglioni, il chimico-viaggiatore Marsilio Landriani, il meccanico Annibale Beccaria fratello di Cesare, l’ispettore agrario toscano Eraclio Landi, il padre ungherese Gaetano Harasti, esperto di botanica applicata alla produzione economica e il padre Fulgenzio Vitman, docente di Botanica nel Ginnasio di Brera e direttore dell’omonimo Orto.
L’altra sede scientifica milanese fu il Collegio barnabitico di Sant’Alessandro, istituito nel 1778 sulle precedenti Scuole Arcimbolde, sede fin dal XVII secolo di corsi di Retorica, Filosofia e Teologia, e Matematica. Nella rinnovata istituzione che continuò a essere retta dall’Ordine dei Barnabiti posti tuttavia al servizio dello Stato, l’insegnamento fu equiparato a quello universitario di Pavia, dopo che vi vennero istituite le materie scientifico-sperimentali e le discipline naturalistiche che rispondevano agli obiettivi della riforma scolastica del governo asburgico. All’interno del Collegio furono fondate dal potere centrale e a spese dei Barnabiti cattedre di Fisica, Chimica e Astronomia; una ricca biblioteca; un gabinetto di fisica dotato di una preziosa collezione di strumenti scientifici affidata alle cure del matematico e ingegnere idraulico Francesco de Regis e poi sviluppata dal matematico Giuseppe Racagni; e un museo di storia naturale la cui direzione fu affidata al mineralista e geologo Ermenegildo Pini che lo arricchì al punto da renderlo oggetto di ammirazione per i naturalisti di tutta Europa.
Un gruppo a parte fu costituito da Maria Gaetana Agnesi i cui studi di matematica non furono connessi con alcuna istituzione; dall’idraulico Giovanni Antonio Lecchi che, dopo aver insegnato nel Complesso gesuitico di Brera, si pose al servizio in qualità di perito idraulico del Magistrato camerale; dal naturalista Paolo Sangiorgio la cui attività di viaggiatore-naturalista si svolse alle dirette dipendenze dal plenipotenziario Carlo Giuseppe Firmian fino a quando nel 1782 fu ammesso socio della Società Patriottica.
Infine resta da dire dell’Ospedale Maggiore, fondato nel 1456 da Francesco Sforza e sostenuto nel corso dei secoli da generose donazioni, all’interno del quale ebbe luogo l’intensa attività del medico Bernardino Moscati che promosse l’istituzione di nuovi corsi di studi e perfezionamento nel campo dell’anatomia, della chirurgia e soprattutto dell’ostetricia, aprendo la strada al figlio Pietro, attivo portavoce del dispotismo illuminato.

SFOGLIA LA GALLERY